venerdì 28 marzo 2014

WELFARE. UN NUOVO RACKET ATTENTA ALLA SANITÀ PUBBLICA


Un danno complessivo per il già disastrato servizio sanitario nazionale da 18,7 milioni di euro. La causa? I furti di farmaci, soprattutto negli ospedali. Sono 68 i casi apparsi sui media dal 2006 al 2013, ma 51 si sono verificati l’anno scorso. Lo dice uno studio realizzato da Transcrime, il centro inter universitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’università cattolica di Milano e dell’università di Trento. Il fenomeno si sta espandendo in modo esponenziale. Negli ultimi sette anni un ospedale italiano su dieci ha registrato un furto di farmaci, con una perdita media di 330.000 euro.
I tre autori della ricerca, Michele Riccardi, Marco Dugato e Marcello Polizzotti, hanno analizzato questo fenomeno criminale, tanto emergente quanto sconosciuto e sottostimato. Siamo ormai abituati ai furti di rame o per stare sui farmaci alla contraffazione o al cartello per tenerne alti artificiosamente i prezzi. Ma questa è una nuova botta per i cittadini, consumatori, pazienti e contribuenti 
Un fenomeno più concentrato nelle regioni con alti livelli di criminalità organizzata. La Campania e la Puglia rappresentano il 45% dei casi (con rispettivamente 17 - di cui 5 al Federico II di Napoli - e 14 furti), seguite dal Molise, dove si registrano addirittura 7 furti ogni 10 ospedali. I nosocomi più grandi, sopra gli 800 posti letto e con oltre 20 specialità, hanno registrato il maggior numero di furti. I farmaci che vanno più a ruba, sono quelli più costosi: gli antitumorali, gli immunosoppressori, gli antireumatici, i farmaci biologici.
Considerato che si tratta per la maggior parte di medicinali di classe H, interamente rimborsati dallo stato, è possibile che finiscano sul mercato illegale a livello nazionale oppure, più facilmente, all’estero. Nei paesi dell’est, che hanno un sistema sanitario più carente. Oppure in Nord Europa, dove sono più alti i margini di profitto.
L’analisi, la prima mai condotta sul fenomeno a livello europeo, fornisce l’immagine di un fenomeno criminale in rapida espansione, ma spesso ignorato. Così come sottostimati rischiano di essere i danni per pazienti, case farmaceutiche e sistema sanitario nazionale. L’alta profittabilità e i rischi relativamente bassi potrebbero convincere alcuni gruppi criminali ad abbandonare attività illecite più rischiose per dedicarsi a questo nuovo, e più lucroso, mercato illegale.
 

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