lunedì 17 marzo 2014

LA BALLA DELLA COSTITUZIONE PIÙ BELLA DEL MONDO


 
Per decenni ci siamo sorbito il ritornello, suonato dai tromboni della politica, di quanto fosse armonica la costituzione nata dopo la guerra, il referendum istituzionale e l’avvento della repubblica. Ci abbiamo creduto tutti. Il coro era unanime, più forte del “Gloria! Gloria! Gloria!” verdiano.
I partiti dell’arco costituzionale - che oggi non esistono più - le cui spoglie riposano tutte nell’attuale partito democratico, ne hanno il loro inno. Anche Forza Italia, che ha imbarcato molti profughi dalla ex Dc e dall’ex Psi, lo sostiene. Persino il M5S, che per sua fortuna non ha nulla a che spartite con simili compagni di strada, si erge, spesso, a difesa della costituzione più bella del mondo.
La nostra costituzione è di sicuro giovane. Ha solo 66 anni. Niente rispetto ai 227 di quella americana o, tanto per stare a casa nostra, degli oltre 400 delle Leges statutae di San Marino.
Eppure questa giovinetta, zitta zitta, si è già sottoposta ad una serie di trattamenti di chirurgia estetica. Il primo a soli 15 anni. Non solo labbra, naso e contorno occhi, ma addirittura pezzi interi come il titolo V, che peraltro è venuto così male, che adesso Renzi lo vuole riformare con una nuova plastica rigenerativa totale.
Cattiverie? No, sono i numeri a dirlo. Quelli che non vi danno mai. Solo parole, slogan e spesso sciocchezze.
La costituzione americana negli ultimi 100 anni – dal 1913 ad oggi – ha subito solo dodici emendamenti, di cui uno ne ha abolito un altro (divieto di vendita e consumo di alcolici – Ndr).
La nostra in meno di due terzi del tempo si è vista riscrivere dalle camere la bellezza di 22 articoli (tre volte il 57, due volte 56, 96, 135 e poi 10, 26, 27, 48, 51, 60, 68, 79, 81, 88, 111, 131, 134), un titolo intero, inserire due principi e cancellare altri 5 articoli. Abrogati come dicono i giuristi. Un altro paio non sono mai stati attuati. Non erano così importanti o da 66 anni siamo governati da perditempo.
Eppure la riforma di un articolo è cosa complessa. Deve essere fatta con legge costituzionale, che richiede 4 letture a distanza di sei mesi, fra le due coppie, e un passaggio referendario se non ottiene un quorum altissimo.
Per contro, le norme transitorie, che per i costituenti dovevano avere un limite temporale – quasi sempre ignorato o prorogato – hanno vissuto molto più a lungo o restano ancora lì. Tranne quella che ha permesso il rientro in Italia degli eredi maschi di casa Savoia. Che in effetti era una bella barbarie, per uno stato democratico. Tenuto conto che la casa reale aveva cacciato il fascismo – il 25 luglio 1943 – quando i padrini dell’arco costituzionale erano per lo più acquattati a Londra o a Mosca e che il popolo italiano 18 mesi prima dall’entrata in vigore della carta, al 45,7%, li avrebbe ancora voluti sul trono. Io no. Non ero ancora nato e se avessi potuto votare, avrei votato repubblica come i miei genitori. Ma da questo a cacciarli, progenie da nascere inclusa, ce ne passa. 
La storia dice che la costituzione italiana è figlia di un momento tremendo: la fine della II guerra mondiale, con la distruzione dell’Europa come entità politica. È il frutto di un matrimonio impossibile fra cattolici, comunisti e liberali. Però ha garantito a quei partiti, e ai suoi eredi, di escludere gli altri dalla vita politica, di marginalizzarli. Ne hanno fatto una sorta di bibbia, senza crederci veramente, visti i tanti cambi che hanno apportato ai sacri versetti costituzionali.
Incredibile, che forze politiche nate dopo, come Forza Italia, Lega nord, Italia dei valori, Movimento 5 stelle – che non erano e non sono artefici di quel testo così zoppicante da meritare una ventina di revisioni - non ne abbiano mai denunciato i limiti.
http://piattaformacostituzione.camera.it/4?scheda_contenuto=7
http://leg16.camera.it/38?conoscerelacamera=28

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