giovedì 13 marzo 2014

PROVINCE. SICILIA VOTA LA SOPPRESSIONE, SÌ, FORSE, VEDREMO

 

Da martedì, l’istituzione dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina in Sicilia è legge. L’assemblea regionale ha votato a larga maggioranza (62 su 78 presenti dei 90 eletti). La legge è un coacervo di disegni e proposte (642- 31- 132- 133-149- 153- 164- 165- 183- 219- 226- 268- 474- 542- 543- 546- 613- 638- 662/A) un calderone che ha portato al voto di oltre 120 emendamenti. Ma l’abolizione di presidenti, giunte e consigli provinciali dovrà essere contenuta in un’altra legge che deve delineare ancora le prerogative dei consorzi comunali.
In Sicilia, così, potrebbero nascere quindi fino a venti nuovi consorzi tra comuni. Più del doppio rispetto alle attuali nove province. L’esempio è Ragusa dove Vittoria è tentata dalle sirene di Gela, oggi con Caltanissetta. Modica, invece, culla il sogno di diventare, in forza della sua popolazione, la capitale del libero consorzio del barocco aggregando Noto. Tre al posto di una. No male come semplificazione. Basta avere 180.000 abitanti contro i 300.000 previsti per le province. Senza parlare delle rivendicazioni di Marsala, Sciacca e via dicendo.   
L’unico vantaggio, poi da verificare sul campo, è la perdita delle cariche elettive. Restano oneri, debiti, società partecipate e dipendenti, cambia solo il nome. Senza dire che tipo di competenze debbano avere i nuovi enti di secondo livello. E soprattutto quanto debbano costare. Come nel Gattopardo cambiare tutto per non cambiare niente. Più che una rivoluzione è quindi al momento un cortocircuito legislativo. Come quello che vive da due anni la provincia di Genova.
Sempre che il commissario della stato, il prefetto Carmelo Aronica, al cui vaglio è sottoposta la legge non decida di impugnare il provvedimento pe violazione della costituzione. Lo ha già fatto con l’ultima finanziaria regionale.
È un voto che passa alla storia. Il testo di legge che abbiamo esitato modifica l’assetto delle istituzioni in Sicilia, rappresenta un nuovo modello di democrazia partecipata”. Questo il giudizio entusiastico del governatore Rosario Crocetta. Soddisfatto anche Baldo Gucciardi, capogruppo Pd: “Abbiamo incontrato più di un ostacolo, ma nonostante le difficoltà abbiamo scritto un buon testo e, con orgoglio, posso dire che i parlamentari del Pd hanno fatto un ottimo lavoro in commissione e in aula”.
Critiche dal Ncd che a Roma fiancheggia il Pd. “Quale sarà l’effettivo risparmio? - si chiede il capogruppo Nino D’Asero - Mi auguro che nella prossima legge che dovremo fare sulle province si possano migliorare incongruenze e difetti”.
Tranchant il giudizio di Nello Musumeci (FI). “Le leggi sono destinate ai popoli, invece questa legge è destinata solo alle prime pagine dei giornali. Dove sta il risparmio se tutto viene trasferito dalle province ai liberi consorzi, dal personale ai debiti? Dove sta la convenienza? Questo mostro giuridico è figlio di molti padri e da consulenti quaquaraqua del diritto. Le province sono utili ma la regione le ha fatte diventare inutili”.
Per ora restano i commissari nominati da Crocetta, ma sino al 30 giugno. La corte regionale ha dato l'ultimatum. Poi potrebbe essere il caos. Genova docet.

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