Non 36 di meno
come previsto dal governo Monti, ma 36 in tutto (comprese le regioni) questa la
proposta-shock che fa la Società geografica italiana. Un ente scientifico nato
nel 1867. Un taglio netto di 20 regioni, 10 città metropolitane, 2 province
autonome e altre 71 ordinarie. Un’operazione di architettura costituzionale che
richiede una riforma del titolo V e una legge ad hoc con doppia lettura da
parte delle camere.
Piemonte diviso
in due. Lombardia in tre con l’inserimento di Verona, ma perde Lodi e Cremona
che vanno con Parma e Piacenza. Il resto dell’Emilia in due parti, con Ferrara
che si unisce a Rovigo, mentre il Veneto residuo si coagula attorno a Padova.
Per restare solo al nord: Spezia va con la Toscana tirrenica. Una rivoluzione.
I risparmi
sarebbero enormi, ma l’obiettivo è più ambizioso: “La nuova mappa porterebbe
vantaggi a livello di riduzione di costi della politica e di gestione territoriale, ora troppo frantumata
nel caso delle province e troppo squilibrata nel caso delle regioni” ha
dichiarato il presidente della Società geografica, Franco Salvatori. “Se
guardassimo al passato –l’Ansa riporta le parole di Salvatori – questo piano
non sarebbe attuabile, viste le enormi resistenze territoriali che si sono
sempre manifestate, ma la crisi economica richiede innovazione”.
Soluzione più radicale della proposta fatta ad inizio anni
Novanta dalla Fondazione Agnelli che prevedeva la nascita di 12 macroregioni o
quella quasi contemporanea del professor Miglio che ipotizzava tre realtà:
Padania al nord, Etruria al centro e Enotria al sud, ma entrambe con la
sopravvivenza delle province.
La soluzione della Società geografica italiana (
www.societageografica.it) elimina i
confini regionali,
e riduce di due terzi le
province. La proposta per il riordino territoriale dello Stato nasce
dagli studi che nel corso degli ultimi vent’anni la Società stessa ha
sviluppato a partire dal “progetto 80”. Quando si immaginò di ridisegnare
l’assetto italiano per adeguarlo alla modernizzazione del sistema insediativo e
dell’apparato produttivo.
Le
risultanze sono riprodotte in maniera schematica nella mappa in fondo al testo,
che costituisce la variante principale di un assetto che conta 36 entità territoriali definite “eco-sistemi urbani”. Le nuove
circoscrizioni sono state delimitate sulla base della messa in rete di realtà urbane contigue (gli attuali
capoluoghi di provincia), legate da forti interazioni funzionali e tali,
dunque, da identificare la maglia base della stessa organizzazione territoriale
italiana.
Gli
assetti delineati sono stati tracciati a partire dalle reti infrastrutturali (legate alla mobilità, ai trasporti e alle
comunicazioni), presenti sul territorio o in avanzata fase progettuale
incrociate con le interazioni tra l’ambiente e la società secondo un modello
geografico in progressiva evoluzione. La logica seguita è stata quella della potenzialità organizzativa e decisionale
delle singole città e del sistema che lo costituiscono. In questa fase progettuale non è individuata
la città egemone sulle altre e le linee di confine prescindono dalla configurazione regionale.
Si
tratta di organismi
politico-amministrativi sostitutivi delle attuali province e delle attuali
regioni. Lo schema ricomprende anche le “aree metropolitane”, così come
sono state definite negli ultimi provvedimenti di legge e finora mai rese
operative.
Il
federalismo troverebbe una più compiuta attuazione, senza lo spezzettamento
legislativo compiuto dalle regioni. Allo Stato il compito di legiferare, alle
nuove province quello di programmare e gestire i servizi di area vasta. Ai
comuni la funzione gestionale propria. Ai nuovi enti anche i patrimoni, risorse
e personale delle regioni e delle province soppresse.
Queste le province previste dal piano Monti per le regioni a
statuto ordinario:
PIEMONTE (4). Torino (Città metropolitana); Cuneo; Alessandria e Asti; Vercelli,
Biella,
Verbano/Cusio/Ossola e Novara.
LOMBARDIA (7). Milano (Città metropolitana); Brescia; Bergamo; Pavia; Como,
Varese, Monza/ Brianza; Lodi, Mantova e Cremona; Sondrio e Lecco.
VENETO (5). Venezia (Città metropolitana); Vicenza; Verona; Rovigo e Padova;
Belluno e Treviso.
LIGURIA (3). Genova (Città metropolitana); La Spezia; Savona e Imperia.
EMILIA ROMAGNA (5). Bologna (Città metropolitana); Modena e Reggio Emilia;
Parma e Piacenza; Ferrara; Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini.
TOSCANA (4). Firenze (Città metropolitana), Prato, Pistoia; Grosseto, Siena; Arezzo;
Lucca, Massa/Carrara, Pisa e Livorno.
UMBRIA(1). Perugia e Terni.
MARCHE (3) Ancona; Pesaro/Urbino; Ascoli Piceno, Macerata e Fermo
LAZIO. Roma (Città metropolitana); Frosinone e Latina; Rieti e Viterbo (3).
ABRUZZO (2). L'Aquila e Teramo; Pescara e Chieti.
MOLISE (1). Campobasso e Isernia.
CAMPANIA (4). Napoli (Città metropolitana); Salerno; Caserta; Avellino e
Benevento.
BASILICATA (1). Potenza e Matera
PUGLIA (4). Bari (Città metropolitana); Lecce; Foggia, Barletta/Andria/Trani;
Taranto e Brindisi
CALABRIA (3). Reggio Calabria (Città metropolitana); Cosenza, Crotone;
Catanzaro e Vibo Valentia
Ecco la mappa pubblicata dal
Corriere.it
Per quanto riguarda le regioni a Statuto speciale, la
Sardegna ha deciso, con un referendum, di dimezzare le province, tornando a 4
(Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano). La Sicilia vaglia un disegno di legge
che prevede 3 città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) più 8 consorzi
di comuni (le altre 6 province - Trapani, Agrigento, Enna, Caltanisetta,
Ragusa, Siracusa - più Gela e Marsala). In Friuli Venezia Giulia dovrebbero
rimanere le 4 attuali (Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia), ma con compiti
consultivi. Nessuna modifica è prevista per Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige
(Bolzano e Trento).
Questa invece la suddivisione in 36 prevista dalla Società
geografica italiana:
Aosta, Vercelli, Novara, Verbano/Cusio/Ossola
Torino
Cuneo, Alessandria, Asti (ex Piemonte).
Genova, Savona, Imperia (ex Liguria).
Varese, Como, Lecco, Sondrio, Bergamo
Milano, Pavia, Monza/Brianza
Brescia, Verona, Mantova (ex Lombardia).
Venezia, Padova, Vicenza, Treviso, Belluno
Rovigo, Ferrara (ex Veneto).
Trento, Bolzano (Trentino Alto Adige).
Udine, Trieste, Gorizia, Pordenone (Friuli Venezia Giulia).
Piacenza, Lodi, Cremona, Parma
Bologna, Reggio Emilia, Modena
Ravenna, Forlì/Cesena, Rimini (ex Emilia Romagna).
Spezia, Massa/Carrara, Lucca, Pisa, Livorno
Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo
Siena, Grosseto (ex Toscana).
Perugia, Terni (Umbria).
Ancona, Pesaro/Urbino, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno (Marche).
Roma, Viterbo, Rieti
Latina, Frosinone, Isernia (Lazio).
Aquila, Pescara, Chieti, Teramo (Abruzzo).
Campobasso, Foggia
Bari, Barletta/Andria/Trani
Taranto, Brindisi, Lecce (ex Puglia).
Napoli, Caserta
Salerno, Benevento, Avellino (ex Campania).
Potenza, Matera (Basilicata).
Catanzaro, Cosenza, Locri, Vibo Valentia
Reggio Calabria (Calabria).
Messina
Palermo, Trapani
Agrigento, Ragusa Caltanisetta, Enna
Catania, Siracusa (Sicilia).
Cagliari, Oristano, Iglesias/Carbonia, Medio Campidano,
Ogliastra
Sassari, Nuoro, Tempio/Olbia (Sardegna).