sabato 1 agosto 2015

STREAMING. SERVONO TARIFFE PIÙ BASSE E MIGLIORE QUALITÀ


Se gli operatori di telefonia mobile offrissero più Gigabyte oppure piani tariffari con traffico dati illimitato a prezzi accessibili, farebbero esplodere un mercato sempre più avido di video.
Lo sostiene Gartner sulla base di un recente sondaggio condotto in USA e in Germania su un panel complessivo di 2.000 utenti di smartphone. Mille americani e altrettanti tedeschi. Gartner è una società americana di consulenza e ricerca nel campo dell’ICT.
In Italia le offerte, dopo l’anno di promozione, oscillano per 20 MB tra i 24,62 euro al mese di Infostrada ai 30 di Fastweb, che però propone la fibra ottica. In autunno lo sbarco di Netfix in Italia promette di cambiare per sempre il mercato e il consumo dei video. Il prezzo mensile sarà, in linea con quello degli altri paesi europei, intorno agli 8 euro.
La società di ricerca e di analisi di mercato prevede che il traffico dati generato da mobile toccherà i 52 milioni di TB (terabyte) nel 2015, con una crescita del 59% in un anno. Nel 2018 i consumi schizzeranno a 173 milioni di TB, il 60% generato dei quali dai video, precisa Gartner. Numeri che dovrebbero indurre i Communications Service Provider a confezionare pacchetti per la clientela in grado di garantire la migliore fruizione di video possibile.
I suggerimenti proposti nascono dalle previsioni e dai risultati ottenuti in seno al sondaggio condotto da Gartner stessa negli USA e in Germania. Mercati entrambi maturi, ma con tratti differenti utili per comprendere in che misura i piani tariffari disponibili incidano sulle abitudini degli utenti.
Il 38% degli intervistati in Germania dispone di 500 MB di traffico dati mensile e il 54% degli stessi preferisce attendere di trovarsi in una zona servita dal Wi-Fi per scaricare contenuti o fruirne in streaming, a fronte di una percentuale del 36% rilevata negli USA. Il che comporta, in Germania, una minore propensione degli utenti alla fruizione di video attraverso reti cellulari. I 20 MB medi proposti in Italia sono davvero roba da archeologia informatica. Anche se va aggiunto che la velocità effettiva dev’essere la più alta possibile. Vanno bene tutte le offerte sino a 20 Mb dei nostri provider: bisogna puntare però su quelli che offrono sul proprio territorio offerte in ULL (Unbundling Local Loop) che garantiscono una qualità della connessione migliore. Poco serve, infatti, poter disporre di linee veloci se poi il provider non dispone di sufficienti risorse.
In media, in Germania, gli utenti di servizi di telefonia mobile fruiscono di 10,6 minuti di contenuti video in streaming attraverso reti cellulari - contro i 17,4 minuti fruiti dagli utenti negli USA -sostiene la ricerca condotta da Gartner.
L’Italia si difende sulle percentuali. Nel 2013, secondo una ricerca Rovi, il 73% degli utenti visualizzava video in streaming su tablet almeno 2 o 3 volte alla settimana. Negli Stati Uniti erano solo il 66% degli utenti. Il consumo di video streaming varia molto da paese a paese: in Gran Bretagna vengono visualizzati soprattutto spettacoli e programmi Tv (il 33% degli utenti) mentre in Usa e in Germania sono più richiesti film (il 35% e il 30% rispettivamente).
Gartner suggerisce anche piani tariffari con data cap più generosi o con traffico dati illimitato. Gli operatori di telefonia mobile, inoltre, dovrebbero commercializzare anche soluzioni che consentano di visualizzare video senza consumare i GB a disposizione dei clienti.
Una soluzione potrebbe essere quella perseguita dall’operatore USA Verizon. Che sembra intenzionato a sostenere lo streaming di video con la pubblicità.

FILM. THE BEGINNING DEL FUTURO DELL’INDIA INCLUDE CINEMA E SPORT


Baahubali: The Beginning è il film più costoso mai realizzato in India, ma non è stato girato a Bollywwod, nemmeno a Tollywwod, casa del cinema Telegu dell’Andhra Pradesh, ma nel profondo sud a Chennai, l’ex Madras di inglese memoria. È costato 39 milioni di dollari, ma nelle prime tre settimane di programmazione ne ha già incassati 92,6 solo in India. È stato distribuito in 4000 sale e ora si prepara a sbarcare in tutto il mondo. Per ora esistono le versioni in lingua tamil, Telegu, hindi, malayalam, ma la versione inglese sta andando benissimo anche negli Stati Uniti.
Siamo lontani dagli incassi di Avatar, costato 237 milioni nel 2009, leader mondiale incontrastato con due miliardi e 788 milioni di dollari ai botteghini. Ma cosa significa tutto ciò? Che l’India sta marciando a rimi sempre più spediti e a differenza della Cina è legata all’occidente per lingua, prospettive e aspirazioni della sua borghesia. Ancora nel 2007 la middle class indiana era formata da 50 milioni di persone. Oggi secondo Deutsche Reasearch è cresciuta a 300 milioni e su questo trend il suo potere d’acquisto salirà entro la fine dell’anno dal 4,7 al 6,1% della quota mondiale. Raddoppiando nei numeri, secondo NCEAR nei prossimi dieci anni. Questo significa, anche, avvicinare negli indicatori macroeconomici i numeri Cina, Unione europea e USA. Con una significativa presenza di minoranze, attive, proprio negli Stati Uniti in Gran Bretagna e ora anche in molti distretti produttivi dell’Europa continentale. In Italia oltre Roma, dove sono quasi 10.000, gli indiani sono attivi nella zona di Suzzara e nel bresciano.
Lo sport nazionale degli indiani è il cricket, ma quello di cui vanno più fieri è l’hockey. Per la tradizione di successi olimpici. Interrotta nel 1980. Però a Rio per la prima volta da allora presenteranno alla fase finale sia la squadra maschile che quella femminile. In India si gioca, solo un mese all’anno in febbraio, la lega professionistica più importante al mondo l’Indian League.
Perché dico questo? Perché se il “modello India” sfonda nel cinema, s’impone nell’economia la sua penetrazione mediatica potrebbe raggiungere livelli di audience simili a quelli americani. Che nei decenni hanno propagandato sport come baseball, football, ice hockey e basket NBA. L’India potrebbe esportare hockey, non solo come sport ma come prodotto mediatico favorendone la crescita, l’interesse degli sponsor con grande vantaggio per l’hockey europeo ed italiano.