lunedì 18 febbraio 2013

FEDE – NEL TERZO MILLENNIO CONTINUA LA MATTANZA DEI CRISTIANI


Sono 105.000 i cristiani uccisi nel 2012 a causa della loro fede. Lo dice il centro di statistica religiosa fondato da David Barrett, negli Stati Uniti. Michel Hrynchyshyn presidente, sino alla sua morte nel novembre 2012, della pontificia commissione per i nuovi martiri ricordò come: “il XX secolo ha prodotto il doppio delle vittime cristiane, rispetto a quanti ne sono stati uccisi nei diciannove secoli precedenti”. Non solo cattolici, ma protestanti, evangelici, ortodossi, copti in Egitto, caldei in Iraq e così via in un crescendo che per numeri, semmai questa contabilità ha un senso, supera di molto le vittime della Shoah.
Le persecuzioni e i massacri sono all’ordine del giorno in Nigeria, in Sudan – dove per anni è infuriata una guerra contro i cristiani del Dasfour, che ha portato alla divisione in due stati – ma anche in Somalia, in Kenya e nei paesi mediterranei del nord Africa. Malgrado la presenza secolare di comunità cristiane, tollerate e anche protette in passato, oggi nei paesi islamici il fondamentalismo scaccia quelli che sono considerati dittatori – come lo furono Sadat in Iraq, Moubarak in Egitto e oggi Bashar al Assad in Siria – ma che come eredi del nazionalsocialismo baatista avevano protetto i cristiani.
I massacri sono all’ordine del giorno anche in Oriente. Nello stato indiano dell’Orissa, a Timor in Indonesia, a Mindanao nelle Filippine. Casi isolati, ma di grande impatto mediatico accadono in Pakistan. E qui la responsabilità è del fondamentalismo islamico. Per fortuna i regimi comunisti ormai al lumicino – salvo la Corea del nord – non sono più come in passato autori di grandi crimini. Anche se in Cina prosegue la guerra alla chiesa cattolica. Sono lontani i tempi in cui gli anarco-comunisti spagnoli massacravano suore e preti durante la guerra civile spagnola. Due di loro, seguaci di don Orione  – Ricardo Gil Barcelon e Antonio Arrué Peirò – trucidati a Valencia nel 1936 dalle milizie repubblicane, presto saranno innalzati agli onori degli altari. Come gli ottocento martiri di Otranto decapitati dai turchi nel 1480.

venerdì 8 febbraio 2013

TASSE – RIDURRE GLI F35, VIA L’IMU 1^ CASA = UNA 14^ AGLI ITALIANI


Rimborsare agli italiani l’IMU prima casa è possibile? Berlusconi dice che la transazione con la Svizzera, sui capitali italiani depositati nelle banche elvetiche, porterà dai 20 ai 30 miliardi di euro subito e 4/5 miliardi all’anno a regime. Ma se l’accordo richiedesse tempi più lunghi come ripianare il buco di bilancio? Intanto va detto che il gettito generato dall’imposta sulla prima casa è un sesto, il 16%, dell’entrata totale dell’imposta. E tanto per dare un rapporto sul peso di questa cifra sul bilancio totale dello stato parliamo del 4 per mille, ossia dello 0,4%. Comunque sono sempre tanti soldi, poco meno di 4 miliardi. La soluzione tutto sommato non richiede maghi dell’economia, guru dei derivati, finanzieri creativi. Basta un po’ di buon senso. I caccia F35, al cui progetto di realizzazione partecipa anche l’industria italiana e anche per questo non vanno demonizzati, all’origine sarebbero dovuti costare 35 milioni di euro, ad oggi secondo stime del Pentagono sono già saliti a 85 milioni. Alla fine il loro prezzo non sarà inferiore agli 85 milioni. Ben lontano dalle cifre fantasiose diffuse   in parlamento dalla coppia IDV  Di Pietro-Barbato.
Il governo italiano aveva programmato l’acquisto di 131 velivoli. Il gabinetto Monti li ha già ridotti a 90. Dei quali 60 F-35 A (Aeronautica militare) e 30 della versione B, ovvero quella a decollo corto e quindi destinata alle due portaerei italiane (Cavour e Garibaldi) in gestione congiunta tra Aeronautica e Marina. Ecco che in un momento come questo chiedere un ulteriore sacrificio alla Difesa si rende necessario. Anche Roberta Pinotti (ex responsabile difesa del PD) aveva chiesto di scendere a 40/50 caccia. Dimezzare il numero dei caccia significa risparmiare, subito, 3.825 milioni. Dando copertura pressoché totale ad un rimborso che per molte famiglie italiane a medio reddito, fra rimborso 2012 e annullamento 2013, significa in pratica una mensilità in più. Una quattordicesima insperata per il rilancio dell’economia.

HOCKEY – L’ITALWORLD ROSA VUOLE LA CONSACRAZIONE MONDIALE



L’hockey su prato, non tutti lo sanno, è dopo il calcio lo sport olimpico di squadra più antico. È presente alle olimpiadi dal 1908 e dal 1980 con la versione femminile. È praticato nei 5 continenti con punte di popolarità nei paesi anglosassoni e nel subcontinente indiano. Negli Stati Uniti e in Argentina è il primo sport femminile per numero di praticanti. In Italia? Vivacchia dal 1936. Lo gestisce una federazione sub judice, infatti pende un ricorso di regolarità assembleare all’alta corte del Coni, ma la FIH ha un’eccellenza: la nazionale femminile.
Le azzurre, che avevano sfiorato la qualificazione olimpica nel 2008 ci sono andate vicine anche nel 2012. Ora puntano sulla World League. A Valencia dal 25 febbraio al 3 marzo si giocherà il Round2. Il primo lo hanno già superato a Praga, in agosto. Qualificarsi significherebbe arrivare fra le prime 16 al mondo e poi  si vedrà.
Il CT Fernando Ferrara, un italo-argentino, ha convocato le atlete per un raduno che si terrà al centro di preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa dal 15 al 20 febbraio. Le stelle, oltre le sorelle italo-olandesi Alessia -capocannoniere al torneo preolimpico e bomber della fortissima squadra dell’Aja - e Chiara Padalino,  sono italo argentine. In particolare Agustina Di Bernardo star di prima grandezza dell’hockey portegno, rientrata in Italia grazie a Luca Fabrizio e alla DueGemme Argentia, dopo l’esperienza dell’europeo 2007. Le altre argentine, tutte con rigorosa ascendenza italica, sono: Aldana Lovagnini, Magdalena Gonzalez Casale, Ana Bertarini, Victoria Giarrizzo, Macarena Ronsisvalli,  Valentina Braconi Brisigelli, Giuliana Ruggieri. C’è pure un’italo-polacca,  Agata Wibyeralska, mentre la nostra capitana Chiara Tiddi gioca in Spagna.
Una multinazionale completate dalle italiane di scuola e di nascita: Chirico Martina, Tiralongo Evelina (Cus Pisa); Massidda Giulia (Argentia DueGemme); Pacella Elisabetta, Pacella Giulia (Acea Roma); Di Mauro Eleonora, Mirabella Dalila (HCU Catania); De Guio Marta (SG Amsicora). Due di loro rimarranno a Roma, le 18 prescelte voleranno a Valencia per dare la scalata al Gotha dell’hockey mondiale. Le loro avversarie per i due posti che ammettono ai gironi di semifinale saranno le spagnole, favorite di casa, le irlandesi, eterne rivali, le bielorusse, che ci hanno preceduto a Praga, e le modeste ceche.


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