Venezia
e Treviso hanno già ottenuto dallo Stato il maltolto, ora è la volta della
provincia di Padova a battere cassa. Il tribunale di Venezia ha accolto il decreto ingiuntivo
presentato dal presidente Barbara Degani ordinando al ministero dell’interno di
restituire 36 milioni di euro più 18.000 euro di interessi maturati dal 1997 al
2006.
L’ingiunzione obbliga il ministero dell’interno a saldare i debiti
derivati dai cosiddetti “residui perenti”. Cioè i mancati trasferimenti
erariali che la provincia di Padova avrebbe dovuto ricevere dal 1997 al 2006
per lo svolgimento delle funzioni previste dal decentramento amministrativo.
“Il Tribunale – racconta la presidente Degani – ha riconosciuto la
fondatezza delle nostre richieste. Lo Stato continua a tagliare e a chiedere a noi di essere virtuosi, abbiamo
dimostrato ampiamente che lo siamo e ora sia lui a fare la sua parte. Nonostante i continui tagli, abbiamo sempre
svolto le nostre funzioni e pagato i creditori. Ci siamo dovuti difendere dallo
scippo della tesoreria da parte del governo e siamo riusciti a far quadrare i
conti senza trasferimenti e con i tagli alle uniche tasse che ci hanno garantito
delle entrate”.
“Sicuramente – ha aggiunto la Degani – lo Stato proverà a resistere, ma
noi abbiamo una carta forte e inoltre Venezia e Treviso, sulla base della stessa sentenza, si sono già viste saldare
il credito. Pertanto contiamo di avere quanto ci spetta e, fintanto che non
incassiamo, io di sicuro non mollerò”.
Lo Stato ha proposto opposizione al decreto ingiuntivo tramite l’avvocatura
distrettuale di Venezia. La prima udienza è fissata per il prossimo 1 ottobre.
La provincia si costituirà in giudizio.
Anche
Genova e Savona, ad aprile, hanno dato mandato ad uno studio legale romano di
presentare al tribunale di Roma la richiesta di un decreto ingiuntivo nei
confronti dei ministeri
dell’interno e dell’economia e delle finanze per il
pagamento dei crediti erariali dovuti. In un anno e mezzo, solo per Genova, il
credito accumulato nei confronti dello Stato è cresciuto di altri 2,7 milioni,
passando a 32.611.388 euro.
Dal 1° gennaio 2008, cessate le norme sulla tesoreria
unica, tutte le partite di credito che le province avevano maturato negli anni
precedenti dallo Stato per trasferimenti erariali non versati sono divenute
esigibili.
Crediti
ingentissimi che potrebbero spingere il governo ad abrogare quanto prima le province
per non dover mettere in pagamento, per tutte le 107, province circa 4 miliardi
di vecchi debiti. Cioè il gettito dell’IMU prima casa.