Sbaglia chi fa rientrare la disabilità intellettiva-relazionale all'interno del ritardo mentale. Lo sviluppo di alcune persone è caratterizzato da un percorso più lento di quello tipico e che da questo ritardo ne consegue un profilo cognitivo diverso.
La disabilità intellettiva, a volte anche affettiva, è una forma di carenza, lieve o grave, che insorge per cause naturali o meno. Può essere per l’ambiente poco stimolante, la mancanza di una cerchia stabile di affetti, un incidente, un trauma o per demenza. Ma qui entriamo nei casi più gravi
Quelli che la letteratura chiama severi e con un quoziente intellettivo (QI) tra 50 e 70 e possono presentare anche complementari difficoltà adattive.
Se le scale di rilevamento sanitario verificano un intervallo del QI tra 70 e 75 si parla di disabilità media. Quando il QI non supera gli 80 la disabilità intellettiva è lieve.
Cos’è il QI? Il rapporto tra l'età anagrafica e l'età mentale di una persona.
Un discorso a parte meriterebbe l’autismo anche se la letteratura lo colloca all’interno della disabilità intellettivo-relazionale.
Anche il mondo della scuola è toccato da tantissime disabilità intellettive: dagli studenti con sindrome di Down, ai vari tipi di disturbi specifici dell'apprendimento o bisogni educativi speciali. La dislessia, la disgrafia ovvero problematiche legate alla lettura o alla scrittura. Variante della disgrafia è la disortografia che riguarda coloro che non rispettano regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto non imputabile alla mancanza di esperienza o a deficit motori o sensoriali.
Un mondo complesso che riguarda una popolazione molto più ampia di quella che appare e che le differenze sociali, anche dovute ai fenomeni migratori incontrollati, agli inserimenti sociali poco seguiti corrono il rischio di aumentare e di acuire il disagio sociale e il fastidio verso i diversi, gli svantaggiati i più deboli.