venerdì 14 marzo 2014

GIORNALISTI. L’ATTACCO ARRIVA DAL WEB. SONO MINACCE E INSULTI


Offese e minacce ai giornalisti, mascherate spesso da labili e pretestuose accuse, non sono un fenomeno italiano. La gogna che il blog di Grillo riserva ogni giorno ad un giornalista è solo il momento più eclatante di una campagna denigratoria e minatoria che ha risvolti mondiali.
Molta gente usa i social media per insultare e minacciare i cronisti, il fenomeno si sta allargando a macchia d’olio e in modo preoccupante. Invece i giornalisti sono i cani da guardia della democrazia e senza libera stampa non c’è libertà. Thomas Jefferson scrisse, già nel 1787: “Se dovessi scegliere fra un governo senza la libera stampa e la libera stampa senza un governo, sceglierei la stampa”. Poco dopo anche Benjamin Franklin scrisse: “La libertà della stampa deve essere assoluta. I giornali devono essere lasciati liberi di esercitare la propria funzione investigativa e di controllo con forza, vigore e senza impedimenti”.
Roy Greenslade firma del Guardian, il quotidiano di Manchester celebre per le sue inchieste, racconta una indagine condotta un gruppo di ricercatori dell’University of Central Lancashire. Il sondaggio è gestito da ricercatori indipendenti presso il del dipartimento di giornalismo dell’ateneo inglese. Spiega quanto il fenomeno sia ampio e come i giornalisti attaccati reagiscano.
I primi risultati del questionario dimostrano che il fenomeno è piuttosto ampio e che insulti e minacce producono effetti pesanti. Finora, spiega Greenslade, nel suo articolo hanno partecipato al sondaggio 87 giornalisti, la maggior parte dei quali cronisti o sportivi.
Gli insulti più diffusi - 70% del campione - sono riferiti al lavoro del giornalista o alla testata per cui lavora. Circa la metà ha ricevuto insulti personali, il 27% sono stati minacciati, con l'8% che hanno ricevuto insulti sessuali e un 6% che sono stati minacciati sessualmente.
Malgrado l'idea diffusa che nelle redazioni prevalga l’umorismo nero e i comportamenti machisti, il 75% dei giornalisti hanno dichiarato di essere rimasti a volte o spesso turbati, con il 30% molto turbati e l'11% addirittura spaventati o intimiditi. Ancora più forti le reazioni fra le giornaliste: il 95% di loro ha confessato di essere rimaste turbate a volte o spesso, il 66 % addirittura molto turbate. Quasi la metà delle giornaliste poi sono rimaste spaventate o intimidite a volte o spesso.
Le donne sono risultate più arrabbiate degli uomini, con un 50% di a volte e il 45% di spesso. La rabbia è meno comune fra i giornalisti maschi: il 43% lo erano a volte e il 30% spesso. Un 27% l’ha presa con filosofia. Materia che con il giornalismo ci azzecca poco.
"Certo, è chiaro che i giornalisti hanno spesso a che fare con gente molto emotiva - ha raccontato Amy Binns, ricercatrice ed ex giornalista dello Yorkshire Post a Greenslade - Di solito si riesce a sorridere e a lasciare dentro le mura della redazione quelle esperienze angoscianti. E questo può essere una buona maniera per affrontare le cose''
"Tuttavia questi primi risultati – continua Binns -mostrano che offese e minacce continue, che siano via Twitter o nei commenti, sono fortemente dannose. Infatti, la maggioranza ei giornalisti, il 58% ha replicato pubblicamente. Molti hanno bloccato l'utente, mentre il 15% del campione hanno cancellato il post originale”.

 

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