martedì 18 marzo 2014

INFORMAZIONE. LA SPECTRE SECONDO NOAM CHOMSKY, IDOLO RADICAL-CHIC


Distrarre, creare falsi problemi, graduare l’inaccettabile, differire, banalizzare, emotivizzare, tecnicizzare, favorire l’ignoranza, colpevolizzare, celare la conoscenza. Noam Chomsky il discusso linguista americano icona dei complottisti nel 2012 ha steso il suo decalogo della disinformazione. La sua abilità a rendere credibile l’apparente non deve mettere in secondo piano la sua capacità di osservazione e analisi della mass-media communication.
Il New York Times lo definisce “probabilmente oggi il più grande intellettuale vivente”. L’organo più famoso del sistema editoriale americano dovrebbe guardare con sospetto chi vede nei più grandi mezzi di comunicazione la longa manus dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi. Fa fico parteggiare per i radical-chic, finto-maledetti.
Sostenitore di Hugo Chavez, come di Sinistra Critica di Franco Turigliatto in Italia. Chomsky accredita, se non proprio la teoria del grande fratello, l’idea di una Spectre dell’informazione. Che attraverso le dieci regole, da lui codificate, mistifica la realtà. Forse per il NYT bisogna essere obbligatoriamente ebrei americani di origine russa per essere considerati intellettuali. Chi, italiano, legga a fronte l’Unità e il Secolo d’Italia, Il Giornale e Il Fatto Quotidiano, La Repubblica e il Foglio, ha subito la prova che non esiste un’informazione eteroguidata. Banalmente lo stesso rigore in Juventus – Roma commentato da Tuttosport, piuttosto che dal Corriere dello Sport è giudicato in modo opposto. Senza contare la quantità di siti che possono dare versioni diametralmente opposte su ogni argomento.
Semmai, ma Chomsky come tutti i complottisti evitano di fornire numeri e analisi sociali imparziali, sarebbe utile sapere quanti siano nel mondo – nazione per nazione – gli individui soggetti ad una simile manipolazione. La storia ci dice, che morto Hitler, dell’impero mediatico di Gobbels non rimase nulla. Come, dissolto l’impero del male della propaganda sovietica orchestrata da Tass, Pravda, Izvetsia, Komsomolskaya Pravda e cinema realista non è sopravvissuto nulla e la Russia si è avviata al consumismo più sfrenato
Però le strategie evidenziate da Chmosky non sono solo aria fritta e meritano di essere conosciute. Per meglio difendersi da un’informazione, che nelle grandi testate e nei circuiti tv tende ad omogeneizzarsi. Il fenomeno risponde più ad esigenze produttive di routinizzazione che non a una regia occulta.
1-La strategia della distrazione - L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione. Devia l’attenzione del pubblico dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, con il diluvio di continue informazioni insignificanti. Per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica.
2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni - Si crea un problema per causare una reazione del pubblico, con lo scopo di indurlo a simpatizzare per le misure che si desiderano far accettare. Gli esempi di Chomsky sono: dare spazio alla violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, perché sia il pubblico a richiede le leggi sulla sicurezza a discapito della libertà. O creare una crisi economica per far accettare come male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.
3- La strategia della gradualità - Fa accettare una misura inaccettabile, applicandola gradualmente. È in questo modo che, per Chomsky, il neoliberismo si impose negli anni ‘80 e ‘90: privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari bassi. Cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.
4- La strategia del differire - Per far accettare una decisione impopolare occorre prima presentarla come dolorosa e necessaria. È più facile accogliere un sacrificio futuro che uno immediato. Perché il pubblico spera ingenuamente che, dice Chomsky, “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrà essere evitato. Questo dà più tempo alla massa di abituarsi all’idea e accettarlo rassegnata quando arriverà.
5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini - La pubblicità diretta al grande pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi infantili, come se lo spettatore fosse un bimbo o un deficiente. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno”. (Chomsky: “Armi silenziosi per guerre tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione - Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, nel senso critico dell’individuo.
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità – Chomsky: “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi inferiori”.
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità - Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.
9- Rafforzare l’auto-colpevolezza - L’individuo deve credere di essere il colpevole della sua disgrazia, a causa della sue insufficienti capacità o dei suoi sforzi. Così, non si ribella al sistema economico, si autosvaluta e s’incolpa. “E senza azione non c’è rivoluzione!”. Ancora parola di Chomsky
10- Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano - I progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle delle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il sistema ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.
Sembra il pensiero di una scriba ribelle all’epoca dei sacerdoti d’Egitto. Nulla di nuovo. Un elenco utile per leggere oltre e dietro la notizia. Questo è Naom Chomsky. Piace così.


http://www.disinformazione.it/strategie_manipolazione_media.htm

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