domenica 9 marzo 2014

GIORNALI. LA CAPORETTO DEI QUOTIDIANI. IL 1929 ERA UN ANNO FELICE!


Il giornale, per Immanuel Kant, è la "preghiera del mattino dell’uomo moderno" ma, secondo i dati di gennaio 2014, in Italia si continua a pregare, o leggere, sempre meno.
Il Corriere della Sera resta il quotidiano più venduto, con 332.000 copie. Segue La Repubblica, indietro di 50.000 giornali. La Stampa chiude il podio con 184.000 copie. Nel 2007 i numeri erano questi 662.253 per il Corriere, 622.157 per La Repubblica, 314.387 per La Stampa. Il confronto è fra dati omogenei: la diffusione media accertata da ADS.
Il Sole 24 Ore, primo tra i quotidiani economici, a gennaio è sceso a quota 140 mila (erano 343.400 nel 2007), precedendo Il Messaggero. Fra gli sportivi fa corsa a sé la Gazzetta dello Sport (374.662), che vende una media di 191.000 copie e tocca le 212.000 con l'edizione del lunedì. Cambia poco anche sommando le copie digitali, inesistenti nel 2007. Corriere della Sera 460.453 copie (66.000 digitali); La Repubblica 369.306 (53.000 on-line); Il Sole 24 Ore 355.049; Gazzetta dello Sport 232.527; La Stampa 223.457; Il Messaggero 145.485. Numeri comunque lontanissimi dal quelli del 2007.
Nel 1929, alla vigilia della grande depressione, la tiratura globale era di 4,5 milioni di copie (102x1000 abitanti.). Il Corriere allora diffondeva circa 700.000, La Stampa 400.000, Il Popolo d’Italia 250.000. Nell’Italia fascista c’erano 80 quotidiani e 132 periodici politici. Nell’immediato dopoguerra Il Corriere crolla a 370.000 e la Stampa a 220.000. Tra i quotidiani di partito l’Unità (250.000) prende di fatto il posto del quotidiano del duce (Popolo d’Italia), e l’Avanti! – anch’esso prima della Prima guerra mondiale diretto da Benito Mussolini - sale a 80.000 copie.
Negli anni Novanta del secolo scorso i lettori di quotidiani crescono sino a 150 ogni 1000 abitanti. Nel 2000 sono 128, calano di un altro 13% sino al 2008. Poi parte la crisi economica più lunga della storia recente dell’umanità, seconda solo alle 7 piaghe d’Egitto, alla caduta dell’impero romano e alla guerra dei Trent’anni.
Oggi i quotidiani sono poco 59 e diffondono complessivamente meno di 4 milioni di copie. Siamo ben lontani dai numeri del 1929.

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