lunedì 24 marzo 2014

RIFUGIATI. L’ITALIA SCALA LA CLASSIFICA MONDIALE DI CHI CHIEDE ASILO


Nel 2013 612.700 persone hanno chiesto asilo. È “la cifra annuale più alta rilevata dal 2001”. Lo afferma l'alto commissariato dell’ONU per i rifugiati (UNHCR). Europa, Nord America, Asia orientale e Australia sono le regioni geografiche che hanno subito la maggior pressione dei nuovi rifugiati, cresciuti del 28% rispetto al 2012.
Non è più l’Afghanistan, oggi al terzo posto - spiega l’UNHCR - il primo paese di origine dei richiedenti asilo. In cima alla classifica ci sono Siria e Russia. Tra i primi dieci paesi di origine - continua il rapporto - sei sono attualmente teatro di violenze o conflitti: Siria, Afghanistan, Eritrea, Somalia, Iraq e Pakistan”.
La sorpresa arriva dalla Russia degli oligarchi miliardari, dei turisti paperoni, dello sfarzo olimpico e dall’aggressività mostrata in Crimea. Nell'ultimo anno c’è stato un boom di profughi. Sono circa 40 mila i russi che hanno richiesto asilo. Quasi come ai tempi della rivoluzione d’Ottobre. Con una crescita del 76% rispetto alle 22.600 domande del 2012. Germania e Polonia insieme ne assorbono i due terzi e sono, con la Francia, le mete principali di chi scappa dalla Russia.
Il continente che nel 2013 ha raccolto il più elevato aumento di asylanten è l’Europa. “I 38 paesi - spiega il rapporto - hanno complessivamente ricevuto 484.600 richieste, segnando un aumento di un terzo rispetto al 2012”. Al primo posto, con il maggior numero di nuove domande di asilo, la Germania che ha ricevuto 109.600 istanze e supera così gli USA. Su questo poco invidiabile podio seguono la Francia (60.100) e la Svezia (54.300). In Turchia le domande presentate, soprattutto da parte di iracheni e afgani, sono oltre 44 mila, ma attualmente, spiega il rapporto, è anche essere il paese europeo che ospita il maggior numero di rifugiati siriani registrati: 640.889 persone, al 18 marzo di quest’anno.
L’Italia ha ricevuto 27.800 domande di asilo, contro gli 8.200 arrivi in Grecia, che qualcuno vuole mettere a confronto con l’assalto subito dalle coste italiane. Abbiamo quasi raggiunto, in questa poco invidiabile classifica, al quinto posto (sesto al mondo!) la Gran Bretagna che ha ricevuto 29.200 domande, 1.210 in più rispetto al 2012, mentre l’Italia è stata sommersa da 10.481 domande in più a confronto con l’anno precedente.
A guardare questi numeri appare chiaro come soprattutto la crisi in Siria stia interessando anche paesi e regioni del mondo lontane dal Medio Oriente - ha dichiarato António Guterrres dell’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati - Questo fatto rende ancora più importante dare un sostegno adeguato e sostanziale ai rifugiati e alle comunità che li accolgono”.
Come si manifesti questo sostegno non viene specificato. Non lo ha mia spigato, né tanto meno chiesto, il presidente della camera Laura Boldrini, che l’UNHCR per anni ha diretto.

Il numero di richiedenti asilo, spiegano dall’UNHCR, “è sempre più elevato rispetto al numero delle persone che alla fine vengono riconosciute come rifugiati”. Le percentuali di riconoscimento tra le persone provenienti dalla Siria, dall’Eritrea, dall’Iraq, dalla Somalia e dall’Afghanistan, per esempio, variano tra il 62 e il 95%, mentre i tassi di riconoscimento tra i cittadini provenienti dalla Russia e dalla Serbia sono significativamente inferiori e si assestano rispettivamente a circa il 28 e il 5%.
A livello globale, dopo l’Europa c’è il Nord America (98.800), seconda regione per numero di richieste. La Cina comunista è il principale paese di origine dei richiedenti asilo. Gli Stati Uniti con oltre 88.000 domande, dopo molto tempo, passano al secondo posto, dopo la Germania, come paese di arrivo. In Canada dopo i recenti inasprimenti nelle politiche in materia di asilo, sono state presentate la metà delle domande rispetto al 2012: solo 10.400.
In Asia orientale e nel Pacifico, Giappone (3.300) e Corea del sud (1.600) hanno ricevuto un numero record di domande di asilo rispetto agli anni precedenti. Anche l’Australia (24.300) ha visto un aumento significativo rispetto al 2012 (15.800), al punto da raggiungere quasi i livelli toccati dall’Italia.


Il rapporto integrale può essere consultato su http://rfg.ee/uKRQv

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