sabato 8 marzo 2014

PARALIMPIADI. SE L’ITALIA DELL’HOCKEY NON SARÀ A RIO LA COLPA È DELLA SPAGNA


Questa volta non è la supremazia del tiki-taka di Del Bosque sul contropiede di Prandelli. Non è il merito sportivo a decidere, ma una brutta storia.
L’hockey paralimpico non è ancora sicuro di andare a Rio de Janerio. Perché la selezione azzurra, formata dai ragazzi che si confrontano in Italia con le maglie di Archetto, Mercurio e Acli, potrebbe dover spostare il proprio obiettivo al 2020? Non certo per demeriti propri. Tutt’altro. Gli azzurri guidati da Jacopo Fabrizio hanno vinto il prestigioso Walter Mayer Tal di Monchegladbach nel 2011 e poi nel 2013 il titolo di campione d'Europa ad Anversa, in Belgio, sempre contro gli oranje. Non sono la Fih e tantomeno il Cip di Luca Pancalli a frenare la partecipazione alle paralmpiadi. E allora?
Il problema nacque nel 2000 a Sidney quando la Spagna di basket si rese protagonista di una truffa, passata alla storia come una delle dieci frodi sportive più gravi di tutti i tempi. Dieci atleti su dodici della nazionale vincitrice dell'oro paralimpico per atleti con disabilità intellettive e relazionali, in verità non erano disabili. Lo svelò – qualche mese dopo – uno di loro, il giornalista Carlos Ribagorda, che sulla rivista Capital scrisse tutta la storia, allargando il fronte agli atleti disabili "fasulli" anche in altri sport per la mancanza di regole chiare sul tema.
Lo scandalo si è concluso giudiziariamente solo nell’ottobre scorso, con la condanna per frode dell’ex capo della federazione spagnola Fernando Martin Vicente.
Il comitato paralimpico internazionale optò per una decisione drastica: fuori tutti gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale dalle paralimpiadi. In attesa di studiare la situazione e fare in modo che non potessero più esserci frodi del genere. La messa al bando è durata sino a Londra 2012, con un primo timido tentativo di riammissione degli atleti con disabilità intellettiva e/o relazionale. La loro presenza è stata limitata ad appena sette gare: tre nell’atletica leggera, tre nel nuoto e una nel tennistavolo (singolare). Un rientro all’insegna della cautela.
A Rio ci sarà un rafforzamento del programma. Difficile la presenza dell’hockey. Però un forte intervento italiano, il Coni e il Cip sono membri prestigiosi, potrebbe dare una speranza olimpica a questi ragazzi.

 

Nessun commento:

Posta un commento