Nel 2012 (ultimo dato disponibile) abbiamo pagato 472,7 miliardi di
euro fra imposte dirette, indirette e in conto capitale. 364,2 miliardi sono
stati incassati dall’erario (77,1%), 78,9 miliardi sono finiti alle regioni
(16,7%), 23,8 miliardi ai comuni (5%), 4,1 miliardi alle province (0,9%) e 1,5
miliardi alle camere di commercio (0,3%). Questo secondo una elaborazione
dell’ufficio studi della CGIA di Mestre.
“Nonostante le riforme federaliste
– spiega il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – non apparteniamo più al club dei paesi unitari, ma nemmeno a quello
degli stati federali. La stragrande maggioranza del gettito finisce ancora
nelle casse dell’erario, mentre la spesa è stata progressivamente trasferita
alle amministrazioni locali. Al netto di quella previdenziale e degli interessi
sul debito pubblico, oltre il 57% della spesa pubblica italiana è ormai in capo
in capo a regioni, province e comuni”. Quest’anno la spesa pubblica
complessiva supererà gli 815 miliardi di euro.
Lo stato è storicamente esoso, ma nell’ultimo ventennio (e non parliamo di Mussolini) “la forza trainante sulla pressione fiscale complessiva, passata dal 38 al 44% appare imputabile – lo dice il presidente della corte dei conti Raffaele Squitieri - per oltre i 4/5 alle entrate locali”. Tant'è che la loro quota “si è più che triplicata (dal 5,5% al 15,9%)”.
I dati elaborati dalla CGIA a febbraio non coincidono con i numeri forniti giovedì da Squitieri alla commissione bicamerale per il federalismo fiscale. Identica invece la percentuale della pressione (42% nel 2012) che lo scorso anno per la CGIA è cresciuta al 44,3%
Le tasse statali che pesano di più sulle tasche degli italiani sono IRPEF (151 miliardi) e IVA (87 mld). Quasi altri 42 miliardi, il 9% di tutte le tasse versate, gli italiani li pagano con i balzelli su benzina, sigarette e lotterie. Alle regioni l’imposta che garantisce il gettito maggiore è l’IRAP (33 mld). L’IMU (15,6 mld) è la voce più significativa per i comuni. Cenerentole le province con l’imposta sulla RC auto nelle assicurazioni (2,4 mld).
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