martedì 11 marzo 2014

ALBANIA (2). APPUNTI DI UNA VACANZA ESTIVA


Cento minuti di volo e sei in Albania. Appena il tempo di riordinare le idee e sei pronto a scoprire un mondo per certi versi lontanissimo. L’aereo della BelleAir già atterra sulla pista del modernissimo aeroporto di Tirana. Le procedure di sbarco per gli stranieri sono rapidissime, solo la carta d’identità e nessuna tassa di sbarco. In estate, la notte albanese è tiepida, accogliente, ospitale come scoprirai essere gli albanesi. Un taxi è pronto, per 20 euro, a percorrere i 26 chilometri e portarti nel centro di Tirana.
La strada è perfetta, il panorama di stampo mediterraneo simile alle altre periferie delle città del Sud Europa. Ecco, presto saprai che non tutte le strade in Albania sono come questa. L’architettura razionalista importata dal Fascismo, quando il re del regno delle Aquile era Vittorio Emanuele III, dà un impronta familiare alla capitale. È di stampo italiano l’asse centrale di Tirana (blvd Zogu I e blvd Deshmoret e Kombit), al cui centro è posizionata piazza Scanderbej, che si chiude con un sorprendente piccolo Eur dove ha sede l’università Madre Teresa, che - anche se nota come “di Calcutta” - era albanese.
Non ti sorprendere se il taxista ti apostrofa subito in italiano e ti dirà con orgoglio: “Questo lo hanno fatto gli italiani!”. L’amore per l’Italia degli albanesi nasce da molto lontano e poi si è rafforzato all’inizio degli anni ‘90 quando la Rai ha aperto loro le finestre sul mondo, che per decenni il regime comunista gli aveva nascosto. Non ti stupire quindi, se molti albanesi ti diranno che l’italiano lo hanno imparato guardando la tv, ma la maggior parte lo parla correntemente perché lavora, ha lavorato in Italia o ha da noi un parente.
Il ricordo del regime comunista di Enver Hoxha è palpabile nell’arretratezza delle infrastrutture, le ferrovie sono inesistenti, le strade spesso pessime. Ogni tanto incapperai, persino in piena Tirana, in uno strano fungo di cemento che spunta dal terreno. È uno dei 700.000 bunker anticarro costruiti tra il 1950 e il 1985 per resistere a un’improbabile invasione, non si sa bene da parte di chi.
Ora, l’invasione che l’Albania aspetta è quella dei turisti e dei businessman. L’Albania è adatta per un turismo familiare, di giovani coppie, ma anche di intraprendenti viaggiatori. Gli alberghi sono per la maggior parte nuovi o appena ristrutturati. La cucina è mediterranea, con gustosi inserti ottomani e balcanici, ricca di piatti tradizionali, ma in linea con i nostri costumi alimentari. Il pesce sulla costa e la carne nell’entroterra sono i piatti forti. Le insalate sono ricche e variegate. Pasta e pizza non mancano mai e i cuochi quasi sempre si sono formati nelle nostre pizzerie. Le insegne, quasi tutte in italiano, facilitano la ricerca. Cade così il mito della impenetrabilità della lingua sqipetara. Un idioma che solo nel 1908 ha trovato la sua attuale grafia in caratteri latini. Sino ad allora ogni albanese scriveva in base alla propria religione: gli islamici con caratteri arabi, gli ortodossi con l’alfabeto cirillico e i cattolici con le lettere latine.
Tirana non vale più di due giorni di permanenza. Una visita ai musei (archeologico, d’arte e di storia). Qualche foto ricordo nella bella moschea di Et’hem Bey o sotto l’attigua torre dell’orologio. Una passeggiata lungo il viale Deshmoret e Kombit con una sosta nel verde del Parku Rinia. Una serata nel quartiere di Blloku. Un’escursione al monte Dajti.

Da non perdere invece sono le due città ottomane di Berat e Gjirokastra. Patrimoni UNESCO dell’umanità. A Berat, tre ore di macchina - ma noleggia un Suv non una citycar! – da Tirana il tempo si è fermato. Sulla rocca l’antico forte romano, bizantino, poi ottomano ricco di chiese e con una vista mozzafiato sulla valle sovrasta il quartiere musulmano, intatto e identico a cento anni fa e, oltre il fiume, quello cristiano. A Gjirokastra, lungo la statale che porta in Grecia, la magia si ripete. Così come la disegnò Ali Pasha all’inizio del XIX secolo. Qui Ismail Kadarè ha ambientato il suo famoso romanzo “La città di pietra”. Da Gjirokastra a Saranda ci sono solo 60 km, ma prevedi almeno un’ora di viaggio. Sulla costa più bella dell’Albania, di fronte a Corfù, ti potrai concedere un po’ di relax balneare. In un clima vacanziero spensierato e internazionale, ma a prezzi da saldo di fine millennio: 3 euro per due lettini e un ombrellone! Questa e molto di più è l’Albania che ti aspetta.

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