2.300.000 euro di fondi pubblici indebitamente percepiti da teatranti
in Sicilia. Su 91 teatri che hanno chiesto e ottenuto finanziamenti pubblici
dalla regione Sicilia, 72 sono finiti nel mirino della guardia di finanza di
Palermo che ha scoperto falsificazioni documentali, messa in scena di
spettacoli “fantasma”, false attestazioni, costi dichiarati ma mai
effettivamente sostenuti, contributi previdenziali non versati, uso di fatture
false. L’indagine è regionale, ma il marcio risiede nelle provincie di Catania
e Palermo.
La cassa continua, il bancomat con il PIN truccato è la legge
regionale n. 25/2007 che promuove lo sviluppo delle attività teatrali e ne
favorisce la diffusione. Il danno per la regione e lo stato si riferisce al
solo 2008.
Lo sport siciliano non sta meglio. La legge di riferimento per i
contributi è la numero 31 del 1984. Il Coni regionale è stato recentemente
commissariato. Roma ha mandato a Palermo il vicepresidente nazionale del Coni Giorgio
Scarso, che ha subito dichiarato: “Abbiamo bisogno dei contributi per fare attività
e non fare attività per avere i contributi – ha detto il reggente del Coni –
occorre uscire da questa mentalità dell’assistenzialismo”. È proprio sulla
parola fare che la guardia di finanza è attenzionata, come per ha già fatto per
i teatri. Secondo Sportibleo.com le cause della crisi sono: “una totale mancanza di progetti e strategie che hanno piuttosto portato a cozzare gli uni e gli altri, forse anche su giochi di potere attorno al malato “sport” del quale si rischia di dover scrivere tra poco “deceduto”.
“Purtroppo – ha detto recentemente Scarso - alla luce dell’impugnativa della Finanziaria regionale da parte del commissario dello Stato, attualmente non sono previste risorse nei capitoli riguardanti lo sport per l’anno 2014”. E senza fondi pubblici da cui attingere si fermano anche le false fatturazioni.
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