martedì 5 maggio 2015

FACEBOOK, COME GOOGLE, FA PACE CON GLI EDITORI E ATTACCA YOU TUBE


Il 60% del traffico verso i primi siti di informazione parte proprio dal social network di Mark Zuckerberg. Lo confermava già lo scorso anno un sondaggio di Pew Research che rilevava che quasi la metà degli intervistati legge notizie di politica e di governo direttamente su Facebook.
Sino ad oggi gli utenti non accedono direttamente al contenuto. Cliccano su un link esterno che li porta sul sito in questione. Un’operazione che fa perdere almeno otto secondi, a volte anche di più se si è collegati da un dispositivo mobile, e questo purtroppo scoraggia molti lettori che rinunciano a leggere notizie che magari erano considerate interessanti.
Il nuovo servizio si chiama Instant Articles e dovrebbe partire a fine mese. L’azienda nata a Harvard nel 2004 ha già siglato una partnership con il New York Times, National Geographic e Buzzfeed. Ma ce ne sono anche altri. L’accordo prevede che i contenuti vengano pubblicati interamente sulle pagine di Facebook.
Non tutti gli editori apprezzano l’iniziativa. Il sospetto è che si stabilisca un’eccessiva dipendenza dalla rete sociale e preferiscono puntare maggiormente sulle loro app come porta di ingresso principale ai loro siti.
Per convincerli a stringere questo patto, la compagnia di Zuckerberg ha proposto la condivisione delle entrate pubblicitarie. Le modalità però non sono state ancora precisate. Ai media potrebbero andare tutti gli introiti pubblicitari o una parte, si parla di circa il 70%, se il social si facesse carico di vendere la pubblicità. Facebook spera così che gli utenti passino sempre più tempo sulla piattaforma.
Facebook potrebbe cambiare il proprio algoritmo per favorire le notizie dei media partner, allora anche ai recalcitranti toccherà seguire questa via.
Google, la scorsa settimana, ha giocato d’anticipo sul mercato europeo con il progetto Digital News Initiative, una forma di collaborazione con editori europei per sostenere il giornalismo digitale.
Lo stanziamento è 150 milioni di euro per progetti con un nuovo approccio al giornalismo digitale. Destinatari sono gli otto partner fondatori: Les Echos (Francia), FAZ (Germania), The Financial Times (Regno Unito), The Guardian (Regno Unito), NRC Media (Paesi Bassi), El Pais (Spagna), La Stampa (Italia) e Die Zeit (Germania), con altre organizzazioni che si occupano di giornalismo tra cui lo European Journalism Centre (EJC), il Global Editors Network (GEN), l’International News Media Association (INMA).
Facebook intanto muove all’attacco di You Tube: “Questo trimestre abbiamo raggiunto un nuovo traguardo con oltre 4 miliardi di video visti al giorno”, ha detto con soddisfazione Zuckerberg.

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